Pediatria

Vaccinazioni, si va avanti a piccoli passi

L’Oms: il traguardo del 90% di copertura raggiunto in 129 Paesi su 194. Le prossime sfide puntano a ridurre i numeri della meningite e delle gastroenteriti

In 129 dei 194 Paesi aderenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità, la copertura vaccinale supera il novanta per cento. È il dato, cristallizzato al 31 dicembre 2014, che emerge da un rapporto stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unicef. Nell’elenco ci sono sei Stati in più, rispetto all’anno precedente.

LA VACCINAZIONE COME STRUMENTO DI PREVENZIONE: scarica il quaderno della Fondazione Veronesi

 

L’EMERGENZA IN AFRICA

Il rapporto è stato stilato considerando alcuni parametri-chiave: i tassi di vaccinazione antitubercolare, il raggiungimento della terza dose del vaccino trivalente (morbillo-parotite-rosolia) e di quello antipolio, la prima dose del vaccino contro il morbillo e la terza contro l’epatite B. Per alcuni Paesi, dove il tetano infantile è considerato una problematica di salute pubblica, è stata considerata anche l’antitetanica (somministrata alle future mamme in due dosi). A due anni dall’adozione del Piano Globale d’Azione per i Vaccini, che punta a vedere raggiungere un tasso di copertura di almeno il 90% in tutti gli Stati, si evince dunque che 65 Paesi dovranno cambiare passo in tempi brevi, se intendono centrare l’obiettivo. Che, a conti fatti, sarà però difficile raggiungere in tempi brevi, dato che in sei nazioni i tassi di copertura vaccinale sono ancora inferiori al 50%: Ciad, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Siria, Somalia e Sudan.

 

LE PROSSIME SFIDE

Detto ciò, ci sono anche alcuni aspetti da rimarcare in chiave ottimistica. Se nel 2000 erano meno del 30% i bambini che avevano ricevuto la prima dose del vaccino trivalente, oggi l’86% dei piccoli cittadini del mondo risulta aver completato l’iter profilattico contro il morbillo, la parotite e la rosolia. Anche l’India, che nel mondo è il Paese che conta il minor numero di bambini vaccinati, ha ormai raggiunto la quota dell’80% per questo vaccino. Incoraggianti anche i riscontri che giungono dai tassi di adesione alle campagne di immunizzazione contro l’epatite B: malattia nella maggior parte dei casi a decorso acuto, ma che può essere trasmessa dalla mamma al feto. Si è passati dal 30% di bambini immunizzati nel 2000 all’82% relativo alla fine del 2014. Le nuove sfide, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si giocano adesso contro due patogeni meno noti: l’Haemophilus influenzae B (può provocare anche la meningite, ma Cina e Tailandia non ne prevedono ancora la somministrazione) e il rotavirus (gastroenteriti acute, contro cui risulta protetto appena il 19% dei bambini nel mondo).

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