Pediatria

Rosolia: in Italia non c'è più ma vietato abbassare la guardia

La malattia non è più presente nel nostro Paese. Il merito è dell'elevata copertura vaccinale. La rosolia però non è stata eradicata. Ecco perché occorre mantenere alta l'attenzione

Rosolia addio. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha certificato che il nostro Paese ha eliminato la presenza della malattia. Intendiamoci, la malattia non è stata eradicata ma la trasmissione endemica, ovvero la segnalazione di casi di contagio, non si verifica da più di un anno. Ciò significa che in Italia la malattia non è più presente. Un traguardo possibile grazie alla vaccinazione. Vietato però abbassare la guardia: solo mantenendo alta la copertura vaccinale sarà possibile evitare nuove catene di contagio.

CHE COS'È LA ROSOLIA?

La rosolia è una malattia infettiva esantematica contagiosa causata da un virus a RNA. Solitamente è una malattia lieve (il 25-50% dei casi è asintomatico) ma se contratta durante la gravidanza può provocare aborto spontaneo, morte fetale o anomalie congenite con conseguenze importanti tra cui sordità, cataratta, difetti cardiaci e disabilità intellettive (sindrome della rosolia congenita).

COME SI PREVIENE?

La malattia si trasmette tramite goccioline trasportate dall'aria quando le persone infette starnutiscono o tossiscono. Non esistono trattamenti specifici per l'infezione. L'arma più importante a nostra disposizione è la vaccinazione. Il vaccino specifico per questa malattia è l'MPRV, il quadrivalente contro morbillo, parotite, varicella e rosolia appunto. Effettuato come prima dose tra i 9 e i 12 mesi, la formulazione quadrivalente è disponibile da qualche anno (in passato si somministrava il trivalente in cui non era compresa la protezione contro la varicella). Dopo due dosi di vaccino più del 98% delle persone è protetto contro la rosolia. La protezione dura tutta la vita per la maggior parte delle persone completamente vaccinate.

L'ELIMINAZIONE DELLA MALATTIA IN ITALIA

Da tempo l'OMS ha varato un piano per arrivare all'eliminazione di morbillo e rosolia congenita invitando gli stati a rendere obbligatoria la vaccinazione. Complice un calo nella copertura, nel 2017 l'allora ministro della salute Beatrice Lorenzin introdusse l'obbligatorietà per 12 indicazioni, tra cui il vaccino contro la rosolia. Una mossa che negli anni ha portato al risultato sperato. Nel 2021 non sono state identificate catene di trasmissione locali per 12 mesi di fila in presenza di un buon sistema di sorveglianza. Una caratteristica che ha consentito all'OMS di dichiarare l'eliminazione della malattia dal suolo italiano.

ELIMINAZIONE NON SIGNIFICA ERADICAZIONE

Ma come ricorda l'Istituto Superiore di Sanità, «se in un determinato Paese è stata interrotta la trasmissione endemica di un’infezione, esiste ancora la possibilità che questa possa essere introdotta nel Paese da altre zone geografiche dove non è stata ancora eliminata. Inoltre, se non vaccinata, una persona può acquisire l’infezione recandosi in Paesi dove la rosolia è ancora endemica. Pertanto, finché la malattia non sia eradicata, è fondamentale continuare a vaccinarsi contro la rosolia ed è particolarmente importante che le donne in età fertile conoscano il proprio stato immunitario verso la rosolia prima di iniziare una gravidanza e che si sottopongano alla vaccinazione se ancora suscettibili all’infezione. Per il nostro Paese, la sfida è ora quella di mantenere lo stato di eliminazione, che, fino a quando la malattia non sarà eliminata in tutti i Paesi del mondo, richiederà il mantenimento di coperture vaccinali elevate, un ulteriore rafforzamento della sorveglianza e una risposta rapida a eventuali casi importati.

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