Potrebbero essere 27 milioni i casi di deficit persistente di olfatto e gusto post Covid-19, persone che nel mondo sono ancora alle prese con odori e sapori inesistenti o alterati. Una ricerca apparsa sul British Medical Journal ha provato a tirare le somme del fenomeno.
Sin dall’inizio della pandemia da virus Sars-CoV-2 le disfunzioni ad olfatto (anosmia) e gusto (ageusia o disgeusia) sono stati fra i sintomi più studiati. A distanza di due anni e mezzo, però non è ancora chiaro quanto il Covid-19 comprometta la capacità di sentire odori e sapori, per quanto tempo, chi siano le persone più a rischio di problemi prolungati. Ora un gruppo di ricercatori internazionali, coordinati dall’Università di Singapore, ha condotto una metanalisi, mettendo insieme i risultati di 18 studi su circa 3.600 persone.

I RISULTATI
Fra tutti i pazienti che hanno dichiarato di avere perso l’olfatto o il gusto (o entrambi), fra il 4,4 e il 5,6 per cento hanno sviluppato disfunzioni durature. In totale, a luglio 2022, si tratta di 15 milioni di casi di deficit persistenti dell’odorato e 12 milioni di casi di persone con problemi a sentire i sapori.
I TEMPI DI RECUPERO
E quanto tempo c’è voluto per recuperare i sensi mancanti? Per quanto riguarda gli odori, hanno dichiarato di essere tornati alla normalità a 30, 60, 90 e 180 giorni rispettivamente il 74, 86, 90 e 96 per cento; ai medesimi intervalli, il 79, 88, 90 e 98 per cento ha riferito di aver recuperato il gusto.
CHI È PIÙ A RISCHIO
L’analisi degli studi ha anche evidenziato che le donne sembrano più esposte a deficit prolungati di gusto e olfatto. I pazienti che sin dall’inizio hanno manifestato in modo severo la disfunzione sensoriale e quelli con congestione nasale hanno mostrato più fatica a recuperare il senso dell’olfatto.
Dati come questi, sottolineano gli autori dello studio, contribuiscono a migliorare la conoscenza dei sintomi del cosiddetto long Covid e soprattutto a migliorare l’assistenza per le persone colpite da Covid-19. «Mentre la maggior parte dei pazienti recuperano il loro senso dell’olfatto e del gusto entro i primi tre mesi, un sottogruppo potrebbe sviluppare disfunzioni persistenti. Questi pazienti hanno bisogno di essere riconosciuti in tempo utile, di ricevere trattamenti personalizzati e un follow-up nel lungo periodo per eventuali sequele associate».