Cardiologia

Miocardite e vaccini? Più frequenti con il Covid-19

Ancora conferme da uno studio inglese su 43 milioni di persone, che conta i casi di miocardite nei 28 giorni dopo la vaccinazione e dopo l’infezione da Covid-19

Di quanto aumenta la probabilità di una miocardite dopo il vaccino per Covid-19? E dopo l’infezione? È una delle questioni più studiate e dibattute da quando questa condizione infiammatoria del cuore è stata inclusa fra i possibili effetti collaterali della vaccinazione contro il virus Sars-CoV-2. Ora uno studio britannico su quasi 43 milioni di persone, pubblicato sulla rivista Circulation dedicata alla ricerca sulla salute cardiovascolare, conferma sostanzialmente quanto emerso finora. Ovvero che:

  • il rischio di miocardite da vaccino resta basso
  • è più alto nei giovani maschi rispetto al resto della popolazione
  • è di parecchio inferiore a quello di miocardite da Covid-19, anche dopo terze dosi e dosi booster.

MIOCARDITI, VACCINI E COVID-19

I ricercatori, afferenti a varie università britanniche e coordinati dall’Università di Oxford, hanno fatto i conti con i dati di persone con più di 13 anni vaccinate per Covid-19 fra il dicembre 2020 e il dicembre 2021, andando a considerare i casi di miocardite in relazione o alla vaccinazione o all’infezione da Sars-CoV-2. Si tratta di un bacino decisamente ampio, in tutto 42.842.345 individui che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, di cui 21.242.629 hanno avuto 3 dosi e 5.934.153 hanno avuto l’infezione, prima o dopo la vaccinazione. Fra loro, i ricercatori sono andati a cercare chi aveva avuto episodi di miocardite nei 28 giorni dopo gli eventi che si volevano valutare: la vaccinazione e il test positivo per Covid-19.

Ecco i risultati.

I DATI PIÙ IN DETTAGLIO

Un primo dato importante è che le miocarditi acute sono un evento raro: su quasi 43 milioni di individui, 2.861 persone sono state ricoverate o sono morte per miocardite nell’anno di osservazione, significa lo 0,007% della popolazione considerata. Di questi casi, 617 si sono verificati nei 28 giorni dopo un vaccino Covid-19 (in 514 casi si è trattato di un ricovero ospedaliero).

MIOCARDITE ASSOCIATA ALLA VACCINAZIONE

In che modo il rischio di miocardite è cambiato nel mese successivo ad una vaccinazione anti-Covid? Un aumento di rischio di miocardite rispetto a quello atteso è stato rilevato nei 28 giorni dopo la somministrazione dei vaccini considerati (a vettore virale, Oxford AstraZeneca, o a m-RNA, Pfizer e Moderna). Il rischio è stato fra 1,33 e 1,72 volte più alto con i vaccini AstraZeneca e Pfizer, in tutti i casi è stato di gran lunga inferiore a quello correlato al Covid-19, tranne che dopo la seconda dose di Moderna, vaccino che nel Regno Unito è stato somministrato in quell’anno soprattutto a persone giovani, difficile quindi generalizzare il dato a tutta la popolazione. Infatti nel complesso, più esposti al rischio da miocardite da vaccino sono risultati gli uomini sotto i 40 anni, come già emerso da altre analisi, e soprattutto dopo una seconda dose di vaccino Moderna.

MIOCARDITE ASSOCIATA AL COVID-19

E, invece, come ha influito sul pericolo di miocardite l'infezione da Covid-19? Fra le cause di infiammazione cardiaca ci sono le infezioni virali, compresa quella causata dal virus Sars-CoV-2. Nella casistica inglese, come in altri studi, il rischio più alto di miocardite è risultato comparire nelle persone infettate dal virus e non ancora vaccinate. Nei 28 giorni dopo il tampone positivo è risultato 11 volte più alto rispetto ad altri periodi; per le persone infettate da Covid-19 dopo essere state vaccinate il rischio è risultato 5-6 volte più alto.

CHE COSA È IMPORTANTE SAPERE

Martina Patone, primo autore e ricercatrice in statistica presso l’Università di Oxford, ha commentato: «Abbiamo analizzato un’ampia mole di dati, l’intera popolazione vaccinata in Inghilterra durante il primo anno di pandemia quando i primi vaccini sono diventati disponibili. Abbiamo rilevato che il rischio di miocarditi dopo la vaccinazione Covid è ridotto rispetto a quello dopo l’infezione». L’importanza di queste rilevazioni - che si aggiungono a dati raccolti dai centri di ricerca in tutto il mondo e che proseguiranno negli anni a venire – è continuare a monitorare la situazione e fornire strumenti per calibrare sempre meglio l’offerta vaccinale. «Per la gente è importante sapere che la miocardite è rara, e resta raro il rischio di svilupparla dopo la vaccinazione covid-19» ha dichiarato Nicholas Mills, coautore della ricerca e professore di cardiologia all’Università di Edimburgo. «Questi rischi dovrebbero essere bilanciati con i benefici della vaccinazione nel prevenire le infezioni severe da Covid-19. Altrettanto fondamentale è capire chi è a rischio aumentato di miocardite e quali vaccini sono associati ad un rischio più elevato».

IL QUADRO ITALIANO

In Italia il rapporto AIFA 2021 sulle segnalazioni di eventi avversi legati alle vaccinazioni per Covid-19 ha registrato 256 casi di miocarditi post-vaccino (2,7 casi per milione di dosi di vaccino) e 443 casi di pericardite post-vaccino (4,1 casi per milione di dosi di vaccino). In generale, si sono osservate soprattutto nei giovani maschi e entro 1-3 settimane dalla somministrazione. L’andamento clinico sembra essere più lieve e ha mostrato dei tempi di risoluzione più brevi rispetto alle miocarditi di altra origine e ha precisato AIFA, «questi eventi molto rari continuano a essere monitorati costantemente, sia a livello europeo sia a livello nazionale».

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