Alimentazione

I succhi di frutta fanno bene o fanno male?

Perchè molti specialisti consigliano cautela? I pro e i contro della frutta da bere, le informazioni nutrizionali, i consigli agli amanti dei succhi di frutta per un consumo salutare

Arriva l’estate e, con il caldo, la sete e la voglia di bere. I succhi di frutta sono fra le bevande più consumate, specialmente dai bambini, perché graditi, pratici da infilare in uno zainetto mentre si va in spiaggia o al campo estivo, divertenti e accattivanti anche nel packaging.

Per molti il succo di frutta è un’alternativa salutare alle bevande dolci e gassate, nonché un modo per arricchire la dieta quotidiana di grandi e piccini con liquidi e frutta.

Ma da qualche tempo pediatri e nutrizionisti frenano gli entusiasmi e suggeriscono di limitare la quantità di succhi, specialmente quelli offerti ai più piccoli.

Un uso eccessivo, infatti, potrebbe aumentare il rischio di obesità e nuocere alla salute dei denti. Ma allora qual è il limite di utilizzo? Ci sono succhi migliori di altri? E perché non possiamo considerarli un’alternativa alla frutta?

 

PERCHE' UN SUCCO DI MELA NON E' UNA MELA

Per chiarire i dubbi abbiamo chiesto una mano a Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi. Come quasi sempre quando si parla di alimentazione e salute, il problema non è nell’alimento, ma nelle percezioni sbagliate e nei consumi poco equilibrati.

«I succhi di frutta non fanno "male" in senso assoluto, ma è bene consumarli con moderazione, scegliendo quelli senza aggiunta di zucchero e all’interno di una dieta varia e equilibrata. Bisogna conoscere il contenuto di ciò che beviamo, tenere a mente che bere un succo non equivale a mangiare il frutto corrispondente, tenere sott’occhio la quantità complessiva di zuccheri che ingeriamo nella giornata e, soprattutto per i più piccoli, educare al sapore e alla consistenza del frutto intero e non solo a quelli di spremute fresche o confezionate, magari ulteriormente edulcorate».

Vediamo nel dettaglio i consigli della nutrizionista.

SUCCHI O NETTARI: RICONOSCERE I DIVERSI PRODOTTI

È importante sapere che dietro a ciò che chiamiamo genericamente “succo di frutta” esistono bevande differenti sul piano merceologico e su quello nutrizionale.

«In base alla normativa europea, il succo 100% frutta è costituito interamente dal prodotto della spremitura del frutto, senza l’aggiunta di conservanti, dolcificanti o aromi. Non tutti i frutti si prestano a questa preparazione, troviamo succhi di mela, arancia, ananas, pompelmo, mix tropicali» spiega Elena Dogliotti.

Pera, pesca e albicocca, invece, di solito sono trasformate in nettare. «Oltre alla polpa frullata o al succo del frutto contengono acqua e eventualmente zucchero o altri edulcoranti, e additivi come addensanti, acidificanti e aromi. Tutto ciò che non è succo 100% frutta o nettare è etichettato come “bevanda a base di frutta”».

COSA CONTENGONO: VITAMINE SI', MA POCA FIBRA

Le qualità nutritive dei succhi 100% frutta sono ovviamente simili a quelle dei frutti da cui sono ricavati. «Contengono acqua, micronutrienti utili come potassio, vitamina C, acido folico. In quale concentrazione? Difficile dirlo, dipende dal tipo di frutto e dalla sua maturazione, dalle modalità di trattamento e dai processi di preparazione del succo. A volte i succhi vengono anche fortificati con aggiunta di vitamine».

Ma i punti su cui vale la pena richiamare l’attenzione sono due in particolare: la fibra e gli zuccheri. «La fibra alimentare è fondamentale per il buon funzionamento dell’intestino e va a nutrire il microbiota, ovvero l’insieme di utilissimi batteri buoni, ma contribuisce anche a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e di alcune forme di tumore, come quelli del colon-retto. Sappiamo che la frutta è una buona fonte di fibra, ma non altrettanto possiamo dire del succo, che ne contiene quantità generalmente trascurabili» afferma Dogliotti.

 

E LO ZUCCHERO?

Vi siete mai domandati come mai sono scomparsi dagli scaffali dei supermercati i contenitori con la scritta “senza zucchero”? Ora la dicitura è bandita dalla normativa vigente, per il semplice motivo che lo zucchero c’è, eccome. «Anche senza l’aggiunta di edulcoranti, il succo 100% frutta contiene gli zuccheri dei frutti da cui sono ricavati, fruttosio soprattutto» spiega ancora Elena Dogliotti. “Inoltre a volte per accentuare il gusto dolce viene aggiunto del succo d’uva, che sempre frutta è ma va ad aumentare la concentrazione di zuccheri semplici della bevanda”

In media, secondo i calcoli della Società italiana di Nutrizione Umana (SINU), per una porzione di 200 millilitri di succo parliamo di 24 grammi di zuccheri. Se sia tanto o poco dipende dall’introito complessivo di zuccheri nella nostra dieta che, sempre secondo i documenti della SINU, «non dovrebbero superare il 15% dell’apporto energetico quotidiano, vale a dire circa 75 grammi al giorno se consideriamo una dieta da 2.000 kcal. Tale percentuale è oltre tutto al ribasso, in quanto l’OMS raccomanda già dal 2015 di non superare il 10% dell’energia quotidiana fornita dagli zuccheri semplici ed esorta ad arrivare al 5%».

Facile intuire come sia semplice superare questo limite, soprattutto con il consumo di bevande diverse dall’acqua.

 

MAI NELLA PRIMA INFANZIA

E i bambini? I pediatri statunitensi hanno pubblicato raccomandazioni aggiornate che consigliano un uso contenuto di succhi di frutta (no ai bambini con meno di un anno e entro precisi limiti per gli altri) e richiamano l’attenzione sull’equivoco storico: i succhi non sono né acqua né frutta, possono contribuire a aumentare il consumo di calorie e il rischio di carie dentali. «Anche in Italia i pediatri condividono la raccomandazione dedicata alla prima infanzia: prima dei sei mesi di vita evitare di somministrare liquidi diversi dal latte, materno o di formula» precisa Elena Dogliotti. «Inoltre nel decalogo anti-obesità pubblicato dalla Società Italiana Pediatria (SIP) e dalla Società Italiana di Endocrinologia Pediatrica (SIEDP) è presente la raccomandazione per i bambini in età scolare di evitare bevande zuccherate, sport drink e succhi di frutta con zuccheri aggiunti, specificando che non solo il glucosio, ma anche troppo fruttosio favorisce l’aumento del grasso a livello dell’addome (viscerale)».

CINQUE CONSIGLI PER GLI AMANTI DEL SUCCO DI FRUTTA

Come regolarsi dunque? «Bere succhi di frutta resta un’abitudine “voluttuaria”, non necessaria cioè a una sana e completa alimentazione. Ma se sono graditi si possono consumare seguendo i consigli della Società di Nutrizione Umana». Ovvero:

  • Berne in quantità limitate, non in modo sistematico e non in sostituzione della frutta;
  • Garantirsi un generoso apporto di fibra alimentare da frutta fresca, verdura, cereali integrali e legumi
  • Non consumarli come sostituti dell’acqua, soprattutto non come bevanda da aggiungere alla merenda
  • Non sommarli ad altre bevande zuccherate nel corso della giornata
  • Non somministrarli con il biberon nel corso della prima infanzia.

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