
La sessualità - intesa come desiderio sessuale e bisogno di intimità – è importante per le persone affette da cancro quanto per quelle che non lo sono, siano esse single o impegnate in una relazione stabile. La diagnosi di malattia, le terapie utilizzate e gli effetti collaterali ad esse associati rappresentano però importanti cambiamenti nella vita dei pazienti e dei loro partner e coinvolgono inevitabilmente anche aspetti che riguardano la vita sessuale. I dati ci dicono che, tra i pazienti oncologici, oltre il 60% delle donne e il 40% degli uomini soffre di problemi legati alla sfera sessuale, a volte indicati come disfunzioni sessuali. Conoscere i possibili cambiamenti fisici ed emotivi e parlarne in modo aperto e sincero con se stessi, con il partner e con il personale medico può aiutare a superare eventuali timori e difficoltà e a vivere la sessualità in modo sereno, magari anche scoprendo una nuova intimità e un nuovo modo di viverla.
Cambia il corpo e cambia la mente
L’asportazione chirurgica del seno, l’impotenza in seguito a un intervento per tumore della prostata, la stomia (quel sacchettino che serve per raccogliere le feci) dopo quello per un tumore del colon. O ancora, la mancanza di desiderio e la stanchezza causate dalle terapie, la difficoltà a raggiungere l’orgasmo o l’erezione.
Questi e altri cambiamenti fisici associati al tumore possono pesare come macigni sulla vita sessuale dei pazienti, che si sentono meno femminili o meno “potenti”, meno attraenti agli occhi di se stessi e del partner o meno interessati al sesso e all’intimità. Ma oltre alle cicatrici fisiche, più o meno visibili, il tumore lascia anche segni psicologici profondi.
Non di rado l’autostima cala dopo la diagnosi e le conseguenze delle terapie, mentre aumentano l’ansia e le preoccupazioni per il proprio futuro e quello dei propri cari. Tutti aspetti che rischiano di far passare in secondo piano il benessere sessuale, perché non ci si sente più all’altezza del partner da questo punto di vista, si ha paura di deluderlo o ci si vergogna del nuovo corpo.
La scelta migliore è cercare di trovare un accordo su cosa è accettabile per entrambi i partner, e magari arrivare vedere il cancro come un nuovo inizio, verso una nuova realtà alla quale abituarsi, consapevoli che per arrivare a questo serve tempo.
Il primo passo da compiere per vivere la propria sessualità anche dopo una diagnosi di tumore è non avere paura di parlarne con gli altri e di condividere dubbi ed emozioni. Per tutto ciò che riguarda gli aspetti più “tecnici” è bene rivolgere domande chiare e dirette al proprio medico e al personale sanitario.
Dopo l’intervento potrò ancora avere rapporti sessuali? La terapia che sto assumendo può creare problemi al mio partner? Possono sembrare domande superficiali o poco importanti in un contesto nel quale l’obiettivo principale è cercare di eliminare il tumore, ma la qualità della vita – anche di quella sessuale – è part integrante del processo di cura.
Il sesso non deve essere un tabù
Cosa dire invece al proprio partner? Non c’è una formula vincente e valida per tutti. Ogni relazione è diversa e anche le reazioni del partner possono esserlo. Ciò non toglie che aprirsi con chi ci sta accanto rappresenta il modo migliore per affrontare i cambiamenti: niente tabù quando si tratta dell’intimità nella coppia.
Non è da escludere che alcune delle abitudini precedenti al tumore e alle terapie non siano più possibili, magari a causa di cambiamenti fisici importanti dopo un’operazione chirurgica. Non è certo il caso di demoralizzarsi! Anzi, questa potrebbe essere l’occasione per sperimentare e creare una nuova sessualità, che cresce e cambia assieme alla coppia.
Ancora diverso il caso di chi un partner non ce l’ha. Per i single, l’esperienza del cancro può essere ancora più pesante, non avendo accanto una persona con la quale condividere la quotidianità e i cambiamenti legati alla sessualità. Attenzione però! Non avere un partner non significa certo essere soli: si può parlare dei dubbi e dei timori legati alla vita sessuale anche con amici e familiari.
Per chi inizia una nuova relazione, il rischio di essere rifiutati a causa della malattia è una realtà. Non bisogna però dimenticare che il rifiuto è una possibilità in ogni relazione, anche senza l’ombra del tumore, e soprattutto non bisogna dimenticare che non tutte le persone sono uguali. Evidentemente quella che ci ha rifiutati non era quella giusta.
L’impatto delle terapie
Le diverse terapie utilizzate nel percorso di cura possono essere associate a diversi effetti collaterali che, a loro volta, potrebbero avere un impatto sulla vita e il benessere sessuale. Eccone alcuni tra i più comuni:
- Chemioterapia: malessere o sensazione di malessere, stanchezza (affaticamento) o debolezza, problemi alle mucose (della bocca, ma anche degli organi genitali), problemi intestinali come la diarrea, ecc
- Radioterapia: irritazione e maggiore sensibilità delle aree sottoposte al trattamento.
- Chirurgia: dolore, riduzione della funzionalità e della capacità di compiere alcuni movimenti, cicatrici, problemi di incontinenza e difficoltà nel raggiungere l’erezione, menopausa precoce.
- Terapie ormonali: cambiamenti negli ormoni sessuali che potrebbero influenzare il desiderio o la capacità di raggiungere l’orgasmo, o portare le donne a una menopausa precoce.
Non bisogna dimenticare che non tutti reagiscono allo stesso modo ai trattamenti e che oggi esistono numerose opzioni per contrastare questi effetti collaterali. Il consiglio è di rivolgersi sempre al proprio medico per capire come affrontare al meglio questi problemi, che in molti casi sono temporanei e si risolvono al termine della terapia.