
Viviamo in una società che tende a mettere la morte in un angolo, quasi dimenticando che essa è parte integrante del percorso della vita. Quando si ha a che fare con una malattia come il cancro però, pensare alla morte è quasi inevitabile: ancora oggi, infatti, nonostante gli enormi progressi compiuti dalla ricerca e dalla medicina, la parola cancro viene associata all’idea di morte. I media non aiutano, descrivendo ancora il tumore come malattia incurabile o come un mostro da combattere. Nel momento stesso della diagnosi ogni paziente si confronta inevitabilmente con l’incertezza del futuro e con l’idea di morire, anche se la malattia è in fase iniziale e i medici sono ottimisti sulle possibilità di cura e, perché no, anche di guarigione definitiva.
Non c’è niente di strano, l’ansia e la preoccupazione di fronte all’incertezza e ai rischi di una malattia che ci accompagna per tutta la vita (anche dopo le terapie) fanno parte della natura umana, della quale non ci si deve vergognare. Ciò che conta è capire come gestire queste emozioni e tradurle magari in momenti positivi.
Parlare della morte è possibile, anzi necessario
Come sostengono alcuni esperti, parte della paura della morte deriva dal tentativo di evitare il fatto reale che tutti moriremo. In generale, ed in particolare quando si vive con un tumore, è necessario rompere il tabù sociale che impone di tacere sulla morte: conversazioni aperte e sincere possono infatti fare la differenza nel percorso di cura e migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro cari.
Il primo consiglio è di parlare con il proprio oncologo e con il team di cura. Spiegare loro i propri dubbi e le proprie preoccupazioni li aiuterà a comunicare in modo più mirato, a creare una conversazione medico-paziente “cucita su misura”. Da questo dialogo aperto e sincero trae vantaggio anche il paziente: conoscere meglio la malattia, le opzioni di trattamento e le possibilità di cura aiuta a gestire e programmare il futuro con maggiore precisione.
Attenzione però a non farsi trarre in inganno dai numeri. Le statistiche su sopravvivenza ed eventuale ritorno della malattia si basano sui dati ottenuti da studi che hanno coinvolto molti pazienti, ma non si deve mai dimenticare che ogni paziente ha la propria storia e le proprie caratteristiche, che potrebbero anche smentire le statistiche.
Altrettanto importante è parlare della morte con i propri cari, siano essi familiari o amici stretti. Affrontare il tema può aiutare a superare alcune paure e a costruire un percorso comune nel quale muoversi. Non c’è nessun rischio di sembrare “deboli” parlando delle proprie paure, anche quando le parole sono accompagnate dalle lacrime. E chi parla con un paziente deve essere consapevole del fatto che non sempre evitare il tema del rischio di morire è positivo: non serve continuare a usare espressioni come “andrà tutto bene” anche se i fatti dicono altro.
L’incertezza, una cattiva compagnia
Grazie alle moderne terapie sono sempre più numerose le persone che convivono con una precedente diagnosi di tumore e che, dopo anni dalla fine del trattamento, stanno fisicamente bene. Anche per loro però la malattia difficilmente scompare del tutto.
La paura di una recidiva, ovvero che il tumore si ripresenti, è un pensiero fisso per molti di quelli che gli anglosassoni chiamano “survivor”, i sopravvissuti al cancro, un termine che nella nostra lingua ha un’accezione a volte negativa, ma che deve essere vista solo nel suo aspetto positivo di chi ha superato l’ostacolo del tumore.
Ecco allora che un nuovo sintomo, anche minimo, viene attribuito a un possibile recidiva e che ad ogni esame di controllo l’ansia diventa quasi incontrollabile. Il tutto è più che comprensibile dal momento che spesso i medici non sono in grado di dire con certezza che la malattia non si ripresenterà.
L’incertezza è presente in molti aspetti della vita e non manca nel percorso di chi riceve una diagnosi di tumore, assieme alla paura del ritorno della malattia.
Ecco alcuni consigli per affrontare questa paura:
- Comunica le tue preoccupazioni al team medico.
- Prendi nota di tutti i sintomi.
- Parla con un consulente. I
- Tieniti occupato in attesa dei risultati degli esami.
- Informati sui servizi disponibili nella tua zona.
- Concentrati su ciò che puoi controllare (fai domande, rispetta gli appuntamenti, modifica il tuo stile di vita, ecc)