
Finalmente le terapie sono terminate, non ci deve più sottoporre a sedute di trattamento farmacologico o radioterapico. Questo momento porta con sé soddisfazione e speranza e anche, perché no, la sensazione di aver raggiunto un traguardo, ma allo stesso tempo si può associare a sentimenti di ansia e di preoccupazione per il futuro e di confusione su cosa fare nella nuova fase della vita che comincia dopo il tumore.
Quando il tumore lascia il segno
Il percorso di cura del cancro può lasciare segni profondi a livello sia fisico sia psicologico, che non sempre è facile affrontare. Dal punto di vista fisico potrebbero essere presenti alcuni effetti tardivi dei trattamenti anti-tumorali, mentre la chirurgia potrebbe aver modificato l’immagine corporea e aver lasciato cicatrici che spesso si fanno sentire anche sull’autostima. Dal lato psicologico, non è strano provare sensazioni come paura, inadeguatezza, solitudine o smarrimento: non c’è nulla di strano o di sbagliato.
Una volta ultimate le terapie è piuttosto comune sentirsi stanchi e non avere voglia di fare molto, essere nervosi all'idea di vedere l'oncologo meno spesso, incerti su come andare avanti e preoccupati che il cancro si ripresenti. Prendere consapevolezza di queste nuove sensazioni e di come la malattia ha cambiato le priorità e la visione della vita di chi è stato paziente è la base per costruire la nuova normalità.
Verso una nuova normalità, senza fretta
Si parla tanto di “tornare” alla normalità dopo il cancro, ma in realtà quella che si costruisce dopo la malattia è una nuova normalità, inevitabilmente diversa in alcuni aspetti da quella precedente. Per esempio, potrebbe essere necessario porsi obiettivi nuovi rispetto a quelli prefissati prima della diagnosi, ci si potrebbe dover adeguare a un nuovo modo di mangiare o a menomazioni fisiche, e potrebbe valere la pena cercare e appoggiarsi a nuove fonti di sostegno emotivo e anche economico.
Per quanto riguarda la riconquista del benessere fisico, gli esperti consigliano di seguire le stesse regole base valide anche per chi non ha mai avuto esperienza di cancro: fare attività fisica, seguire una dieta sana e variegata, dormire un numero sufficiente di ore e dare un taglio ad abitudini pericolose come il fumo e il consumo di alcol.
Se si pensa invece a un nuovo equilibrio emotivo e psicologico è utile parlare con amici e familiari e condividere le proprie preoccupazioni e le proprie esigenze. Anche mettersi a disposizione di chi sta vivendo l’esperienza del tumore può essere utile per “restituire” un po’ dell’aiuto che si è ricevuto nel percorso di cura.
Una cosa però è certa: ciascuno deve muoversi secondo i propri tempi. Non ha senso forzare la mano o spingere sull’acceleratore quando ancora non ci si sente pronti, magari per non deludere chi ci sta attorno.
In famiglia
Recuperare il proprio ruolo in famiglia e sul lavoro dopo la pausa forzata causata dal tumore e dalle terapie è una delle sfide più importanti per chi supera l’esperienza del cancro. Gli equilibri in famiglia spesso cambiano dopo la malattia di uno dei membri e non sempre è possibile riportarli al periodo precedente la diagnosi. Niente di irreparabile, anzi spesso le i membri della famiglia si sentono più vicini gli uni agli altri dopo l’esperienza del cancro, ma serve l’impegno di tutti per ricreare una vera armonia.
Ecco alcuni consigli:
- Fate sapere agli altri che cosa siete in grado di fare durante la vostra guarigione e che cosa non devono aspettarsi.
- Datevi tempo. Il solo fatto di essere aperti con gli altri può aiutare a garantire che le esigenze di ciascuno siano soddisfatte.
- Aiutate i bambini a capire che potrebbe volerci un po' di tempo prima che possiate avere l'energia che avevate prima.
Al lavoro
Il rientro al lavoro rappresenta per molti pazienti un modo di reintegrarsi nel mondo reale, anche se a volte non è possibile riprendere in tutto e per tutto l’attività lavorativa che si svolgeva prima del tumore. La buona notizia è che i pazienti oncologici hanno una serie di diritti, che possono variare da azienda ad azienda, ma che possono aiutare il rientro professionale.
Perché il rientro al lavoro sia meno pesante possibile è importante:
- informarsi sui propri diritti;
- chiedere al datore di lavoro eventuali modifiche nelle mansioni, se necessario;
- permettere ai propri colleghi di dare una mano per alcune attività;
- non isolarsi dai colleghi e mantenere invece un dialogo aperto con loro;
- decidere cosa dire della malattia e a chi parlarne.
Non tutti se la sentono di tornare al lavoro dopo la malattia. Smettere di lavorare è una scelta è perfettamente accettabile, ma anche in questo caso è fondamentale informarsi bene sulle possibilità e le implicazioni della decisione.
Il diritto all’oblio
Il 5 dicembre 2023 è una data importante per tutti coloro che hanno ricevuto una diagnosi di tumore: è la data nella quale è stata approvata in via definitiva dal Senato italiano la legge sull’oblio oncologico. E l’Italia in questo senso è all’avanguardia dal momento che in Europa i paesi che prevedono leggi di questo tipo sono meno di 10. Di cosa si tratta? In sintesi, dall’approvazione della legge si ha il diritto di non menzionare più la malattia una volta che sia passato un periodo di tempo sufficientemente lungo e la malattia non abbia più rilevanza per la salute. In altri termini il diritto all’oblio riconosce il fatto che un paziente oncologico può guarire.