«Bastano novanta minuti di cammino a settimana per ridurre la stanchezza, attenuare i sintomi della depressione e controllare l’aumento di peso». Il messaggio è diretto ai pazienti ammalati di tumore della prostata: 36.300 le nuove diagnosi effettuate in Italia nel 2014. A divulgarlo un gruppo di ricercatori della Northwestern University di Chicago, in uno studio pubblicato sul Journal of Cancer Survivorship. Una conclusione che conferma i benefici dello sport, in particolare nei malati oncologici.
I BENEFICI DELLO SPORT, SUL CORPO E SULLA MENTE
Oltre a essere alleata delle donne colpite da un tumore al seno e dei pazienti colpiti da una neoplasia polmonare o al colon, l’attività fisica si dimostra dunque un toccasana anche nei confronti della più diffusa neoplasia maschile. Molti uomini, dopo un tumore alla prostata, denunciano un crollo della qualità della vita, a prescindere dal trattamento ricevuto: chirurgico, radioterapico o ormonale. Oltre ai possibili effetti sul fisico - incontinenza urinaria, impotenza, osteoporosi e disfunzioni intestinali -, una buona parte dei pazienti riferisce anche difficoltà psicosociali: dalla depressione alla fatica cronica, dalla riduzione dell’autostima a un calo dell’intesa sessuale con il proprio partner. Per questo i ricercatori statunitensi hanno voluto indagare la relazione esistente l’attività fisica (a vari livelli) e la qualità di vita degli uomini già trattati per un tumore alla prostata.
BASTANO 90’ DI CAMMINO A SETTIMANA
L’indagine, condotta su 1.917 pazienti ammalatisi prima del 2008, è stata portata avanti attraverso un questionario che rilevava l’attività fisica svolta ogni settimana (andare a piedi in ufficio, fare giardinaggio, jogging, ciclismo, nuoto, tennis e canottaggio) e lo stato di gratificazione psicologico. Dall’analisi dei risultati è emerso che anche un basso livello di movimento settimanale - quantificato in novanta minuti di camminata alla settimana, a una velocità di tre chilometri orari - migliora lo stato psicologico dei pazienti. Il beneficio riguardava anche quegli uomini a cui la malattia era stata diagnosticata più di cinque anni prima, in una forma piuttosto aggressiva (con punteggio di Gleason superiore a 7). Diverse le ipotesi alla base dei benefici riscontrati: da un aumento del rapporto insulina/Igf 1 alla riduzione dell’infiammazione e dell’adiposità, da un incremento del testosterone all’aumento delle endorfine circolanti.
TRATTAMENTO SU MISURA
«L’attività sportiva aerobica, abbinata al supporto psicologico, è un modo efficace per ridurre gli effetti collaterali che seguono il trattamento - afferma Lara Bellardita, responsabile del progetto di supporto psicologico del Programma Prostata dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano -. In questo modo il paziente riscopre il controllo e l’efficienza del proprio corpo e fissa la passeggiata, la corsa o la pedalata come un obiettivo della giornata. Il supporto psicologico è un abito da cucire su misura del paziente: c’è chi lo richiede subito dopo il trattamento (non per forza chirurgico, ndr) e chi invece accusa un crollo molto tempo dopo l’intervento».