Che l’attività fisica sia un vero e proprio toccasana per una vecchiaia in salute non lo scopriamo di certo oggi. Che possa addirittura proteggere dal cancro anche dopo vent'anni dalla cessazione dell'esercizio è molto meno scontato. Secondo un grande studio presentato al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) di Chicago -il più importante convegno mondiale dedicato all’oncologia- negli uomini che hanno svolto un’intensità attività fisica a 50 anni si registrano, nei decenni successivi, meno casi di tumore e una mortalità più bassa sia per neoplasie che per malattie cardiovascolari.
NON SOLO CUORE
Come dichiara la dottoressa Susan Lakoski, professore presso la Vermont University e autrice dello studio, «lo scarso esercizio fisico è un fattore predittivo dello sviluppo di possibili malattie a carico del cuore. Ciò è ampiamente dimostrato da numerosi studi. Quello che invece ancora non si conosceva in maniera approfondita era la relazione tra allenamento cardiovascolare, incidenza di tumore e prognosi della malattia». Una relazione che sembrerebbe essere molto forte anche a distanza di anni dalla cessata attività e che potrebbe rivoluzionare il modo con cui fare diagnosi precoce.
LO STUDIO
L’analisi, che ha coinvolto per circa 20 anni 17 mila uomini statunitensi, aveva come obiettivo la valutazione dell’incidenza e della mortalità di alcune forme di cancro in relazione all’attività fisica. Per stabilire il grado di allenamento gli individui sono stati sottoposti al MET-Test, un esame in cui viene valutato l’indice di performance durante la corsa su tapis-roulant. I risultati sono stati stupefacenti: a distanza di anni coloro che erano in forma fisica migliore a 50 anni hanno evidenziato un rischio diminuito del 68% di sviluppare un tumore dei polmoni e del 38% per quello del colon. Non solo, ottimo risultato anche in termini di sopravvivenza: in chi era ben allenato i rischi di morte per cancro sono scesi del 14% e per disturbi di cuore del 23%.
IL PARERE
«Questi risultati - spiega la dottoressa Sandra Swain, presidente dell’ASCO - sono davvero importanti perché mostrano che il grado di allenamento negli uomini è un fattore predittivo indipendente sia di rischio che di prognosi per alcuni tipi di tumore. Sarà ora interessante valutare questa tendenza anche nelle donne. Un dato però è certo: con piccoli cambiamenti nello stile di vita è possibile ridurre il rischio cancro».
IL FUTURO
Un risultato, quello dei ricercatori statunitensi, che potrebbe ora modificare il futuro della prevenzione oncologica. «Da oggi i pazienti dovranno essere spronati a raggiungere un determinato livello di forma fisica. Questo potrà essere misurato in maniera oggettiva e accurata nell’ambito dei controlli medici periodici ai quali le persone si sottopongono. Una situazione ben diversa da quella attuale dove è il paziente a riportare al medico quanta attività fisica svolge» conclude la dottoressa Lakoski.