Molte conseguenze risultano più note e dibattute: a partire da un’ampia gamma di disturbi respiratori comuni soprattutto nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza per finire con quelle cardiovascolari.
Ma i danni da fumo passivo possono essere ben più gravi. Vivere in un ambiente saturo dei 69 componenti del fumo di sigaretta di natura cancerogena espone infatti a un più alto rischio di insorgenza del tumore del polmone, la terza neoplasia più frequente dopo quelle al colon retto e al seno.
Un legame che nuovo non è, ma che risulta sconosciuto alla maggioranza: otto italiani su dieci.
FUMO PASSIVO DATI
È l’aspetto principale emerso da un sondaggio condotto dall’Associazione Italiana Oncologia Medica (Aiom) e concluso a fine luglio. Ma non è l’unico preoccupante: il 25% degli italiani risulta infatti esposto costantemente al fumo passivo e il 71% degli oltre tremila cittadini intervistati ha dichiarato di fumare sovente in luoghi chiusi. «I dati emersi sono piuttosto preoccupanti, perché denotano una scarsa conoscenza della malattia - afferma Carmine Pinto, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’azienda ospedaliero-universitaria di Parma -. Molti ritengono che chi è colpito della malattia sia colpevole della propria situazione. Ma è bene sapere anche che chi è a contatto con dei fumatori, risulta esposto a un rischio indipendente dalla propria volontà» (consulta la carta dei diritti dei non fumatori della Fondazione Veronesi).
Il fumo passivo rappresenta il principale fattore inquinante degli ambienti chiusi e provoca nel mondo oltre seicentomila morti l’anno. «Le sigarette possono trasformare il salotto di casa o l’abitacolo dell’automobile in vere e proprie camere a gas - sostiene Francesco Cognetti, direttore della divisione di oncologia medica dell’Istituto tumori Regina Elena di Roma -. Sarebbe opportuno estendere i divieti antifumo a tutti gli ambienti chiusi o troppo affollati come automobili, spiagge, stadi e parchi. Solo così è possibile difendere la salute di tutti i cittadini, specialmente delle persone più a rischio, come le donne in gravidanza e i bambini».
FUMO PASSIVO E TUMORI
Se su undici milioni di fumatori in Italia cinque sono donne, si capisce facilmente perché quello che per diverso tempo è stato considerato un tumore quasi esclusivamente maschile, sia oggi in forte crescita anche tra i rappresentanti del gentil sesso.
In tutta Europa si registrano ogni anno 391mila nuovi casi e 342mila morti per tumore del polmone. Senza dimenticare che il fumo è uno dei principali fattori di rischio anche per altre neoplasie: in particolare il cancro al seno, al collo dell’utero, alla vescica e al pancreas. Motivo per cui la riluttanza degli italiani a cambiare il proprio stile di vita, emersa nel corso dell’indagine, non fa dormire sonni tranquilli.