Euro 2016 «da infarto»? I consigli per il cuore dei tifosi
Allo stadio o sul divano di casa fare il tifo non sempre è salutare. Nei soggetti a rischio infarto una partita seguita con troppo trasporto può essere nociva Ecco come limitare i rischi
Finita la fase di qualificazione a gironi, iniziano le partite da «dentro o fuori». Match all'ultimo respiro dove a farne le spese - purtroppo - è il cuore dei tifosi: la notizia, non è certo una novità, è che in concomitanza con i match di calcio si registra una maggior incidenza nel numero di infarti. Un vero e proprio «fattore di rischio» per chi ha già problemi cardiovascolari dovuto alle repentine emozioni. Esattamente quel che è successo durante il match Irlanda-Ucraina dove un tifoso irlandese è deceduto proprio durante la partita.
A certificare la relazione ci ha pensato uno studio francese, condotto da Fabrice Demoniere dell’University Hospital of Fort de France, che mostra chiaramente l'associazione tra maggiore stress cardiovascolare e partite di calcio. Analizzando i dati raccolti dagli Holter - l’apparecchio portatile che monitora l’attività cardiaca per ventiquattro ore - indossati dai suoi pazienti del reparto di riabilitazione cardiovascolare, lo scienziato ha registrato un aumento della frequenza cardiaca il sabato e la domenica proprio nell’orario di trasmissione delle partite. Partendo da questa osservazione i medici francesi hanno messo a punto uno studio «ad hoc» per valutare in maniera scientifica l'effetto che ha il «tifo» sul cuore di tifosi.
A tal proposito sono stati arruolati oltre cento tifosi di età compresa tra i 18 e i 64 anni supporter di venticinque nazionali di calcio ai quali è stato applicato un Holter durante la visione delle partite. La raccolta dei dati è avvenuta durante le ultime tre edizioni dei mondiali di calcio. Dalle analisi è emerso un aumento medio di oltre 30 battiti per ogni persona analizzata. L’ottanta per cento dei soggetti esaminati però ha raggiunto il 95% della propria massima frequenza cardiaca, paragonabile ad un'intensa attività fisica. Non solo, nel dieci per cento degli individui messi sotto esame si è osservata fibrillazione atriale parossistica, un'accelerazione improvvisa del battito sino a frequenze limite.
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PIU' INFARTI DURANTE IL MONDIALE
Dati importanti perfettamente in linea con uno studio, realizzato durante il mondiale di Germania 2006, pubblicato dal New England Journal of Medicine: nell'analisi, effettuata nell’area di Monaco di Baviera, ha registrato tutti gli accessi ai pronto soccorsi dell’area bavarese durante le partite della nazionale tedesca e li ha confrontati con gli stessi periodi dell’anno in assenza del mondiale. I risultati? Nei giorni di match della nazionale gli infarti sono triplicati negli uomini e raddoppiati nelle donne.
Come spiega il professor Cesare Fiorentini - Direttore Sviluppo Area Clinica dell'IRCCS Centro Cardiologico Monzino- «quando si provano forti emozioni il nostro corpo secerne un eccesso di catecolamine, ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali responsabili dell’aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. Ciò è un fatto del tutto fisiologico. In alcuni soggetti, però, l’eccessiva produzione è in grado di scatenare eventi cardiaci acuti. E’ questo il caso dei pazienti cardiopatici, persone affette da coronaropatie che, per l’eccesso di produzione di catecolamine, possono andare incontro a infarto, aritmia, fibrillazione, scompenso cardiaco e ictus dovuto all’aumento della pressione sanguigna. Rinunciare alla partita è difficile. Ciò che si può fare è eliminare tutto ciò che è di contorno. Spesso le partite di calcio sono l’occasione per ritrovarsi con gli amici. In questi casi, supportati dall’effetto del gruppo, scaldarsi un po’ troppo è abbastanza facile. Non solo, ciò che non manca mai è il cibo, l’alcol e il fumo di sigaretta. Fattori che, in soggetti già predisposti, possono essere la goccia che fa traboccare il vaso».