Nelle persone anziane in salute l'utilizzo dell'aspirina a basse dosi in chiave preventiva per infarti e ictus non porta alcun beneficio. Non solo, in queste persone aumenta il rischio emorragia. E' questo, in estrema sintesi, il risultato che emerge da uno studio pubblicato sulle pagine della rivista JAMA. Un risultato in linea con quanto ottenuto da altre analisi che dimostra ancora una volta la necessità di non iniziare il trattamento di prevenzione cardiovascolare in chi non è a rischio.
FLUIDIFICARE IL SANGUE
Una delle strategie più utilizzate per prevenire il rischio di formazione di coaguli responsabili di infarti e ictus prevede l'utilizzo di farmaci in grado di "fluidificare" il sangue. Uno di queste, utilizzato da molti anni, è l'acido acetilsalicilico (aspirina). Ma se negli individui che hanno già avuto un evento cardiovascolare il suo utilizzo riduce le possbilità che ne avvenga un secondo, l'assunziona a basse dosi di aspirina come prevenzione primaria non sempre sembra essere una buona strategia, almeno negli anziani in buono stato di salute.

AUMENTA IL RISCHIO SANGUINAMENTO
Secondo lo studio pubblicato su JAMA, realizzato a partire dai datidel trial clinico "Aspirin in Reducing Events in the Elderly (ASPREE)", l'utilizzo dell'aspirina a basso dosaggio negli anziani in salute che non hanno mai avuto un evento cardiovascolare, non solo non riduce il rischio che ciò si verifichi ma è anche associato ad un aumentato rischio di emorragia cerebrale. Nell'analisi, durata oltre 4 anni coinvolgendo quasi 20 mila persone sopra i 70 anni, in particolare il rischio di emorragia in chi usava aspirina è risultato superiore del 38% rispetto a chi non ne faceva uso.
ASPIRINA NON INDICATA NEI SOGGETTI NON A RISCHIO
Quanto ottenuto è solo l'ultimo di una serie di risultati che vanno proprio nella direzione del non utilizzo dell'aspirina nelle persone non a rischio. Il risultato è dunque chiaro: in assenza di particolari condizioni e senza una storia pregressa di eventi cardiovascolari, l'utilizzo dell'aspirina come strategia di prevenzione primaria di infarti e ictus non porta ad un beneficio ed espone ad un aumentato rischio di sanguinamento.
