Un bambino obeso rischia di soffrire di disturbi un tempo considerati tipici dell’età adulta. Un bambino obeso su 20 ha alti livelli di zucchero
nel sangue (una condizione definita pre-diabete), uno su 10 ha la pressione
alta, uno su 3 ha alti livelli di trigliceridi e colesterolo LDL (colesterolo «cattivo») e bassi livelli di colesterolo HDL (colesterolo «buono») che lo
espongono al rischio di aterosclerosi e sindrome metabolica. Uno su 3 ha il fegato grasso (segno di danno epatico in fase iniziale).
L’obesità infantile è un fenomeno allarmante: in Italia il 21 per cento dei bambini della scuola primaria è in sovrappeso e il 9 per cento è obeso. Il 50 per cento degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto (Epicentro, dati 2016). Sulla base di questi dati sconfortanti, la Società Italiana di Pediatria e la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica hanno preparato un documento chiamato «Consensus su diagnosi, trattamento e prevenzione dell’obesità del bambino e dell’adolescente». Uno dei punti cardine del documento è: «Si raccomanda di promuovere e sostenere un’alimentazione equilibrata e varia».
Senza dimenticare che la buona alimentazione non è sufficiente se non è accompagnata da un’adeguata attività fisica, i principali consigli dietetici per prevenire l’obesità infantile sono:
- assumere regolarmente 5 pasti al giorno (tre pasti principali e due
merende) - controllare l’introito calorico, limitando le porzioni
- evitare i fuori pasto
