Per il cuore il numero di candeline conta poco. Giovani o attempati fa lo stesso, purchè ci si muova. E’ la conclusione di una ricerca presentata al congresso EuroPRevent di Amsterdam e condotto dall’unità Inserm 1099 dell’Università di Rennes (Francia).
BENEFICI ANCHE PER I "RITARDATARI"
Confrontando le prestazioni di 40 uomini sani fra i 55 e i 70 anni, i ricercatori non hanno rilevato particolari vantaggi in chi aveva iniziato a praticare attività fisica (corsa, bicicletta) prima dei 30 anni rispetto a chi si era messo le scarpe da ginnastica passati i 40. Almeno per quanto riguarda il beneficio cardiovascolare misurato con un’ecocardiografia. Differenze più evidenti, invece, sono emerse dal confronto con i sedentari, che presentavano una frequenza cardiaca a riposo molto più elevata, pareti dei vasi sanguigni più sottili, atri e ventricolo sinistro più piccoli, ridotto rasso di assorbimento di ossigeno (quest’ultimo parametro ritenuto di particolare interesse dagli autori perchè indice di del buono stato del cuore).
«Anche a 40 anni - ha dichiarato David Matelot, uno degli autori dello studio – il cuore sembra suscettibile agli effetti dell’allenamento di resistenza. Cominciare a 40 anni non pare compromettere i benefici cardiaci». Il che non è affatto un invito a trascorrere la gioventù seduti in poltrona, ammonisce Matelot: «L’allenamento fa bene anche alla densità ossea, alla massa muscolare, riduce lo stress ossidativo e prima si comincia, maggiori sono questi benefici. E non c’è bisogno di diventare degli atleti, per vedere un miglioramento basta fare le scale a piedi o lavorare in giardino».