Covid-19 e vaccini: l'importanza della seconda dose
Due dosi consentono di ottenere la massima efficacia. Questo vale soprattutto contro la variante indiana, dove la singola iniezione protegge solo al 33%. Negli ex-malati invece la singola dose funge da richiamo
Contro Covid-19 la seconda dose di vaccino è di fondamentale importanza. Sono infatti sempre più numerosi gli studi che indicano la necessità di dover completare il ciclo vaccinale. Per aumentare l'efficacia del vaccino e rispondere meglio alle varianti la seconda dose è più che mai necessaria. Ad affermarlo, ultimo in ordine di tempo, è uno studio realizzato con i dati provenienti dal PHE, il sistema sanitario inglese.
IL SENSO DELLE DUE DOSI
Ad oggi i vaccini per contrastare Covid-19 appartengono essenzialmente a due categorie. Quelli a mRNA (Pfizer-BioNTech e Moderna) e quelli a vettore virale (AstraZeneca e Janssen). In tutti e due i casi l'obbiettivo della vaccinazione è stimolare il sistema immunitario a riconoscere la proteina spike del virus. Sia quelli a mRNA sia quelli a vettore virale si sono dimostrati altamente efficaci nel prevenire le forme gravi di Covid-19. Fatta eccezione per il vaccino di Janssen, a singola dose, tutti quelli oggi disponibili in commercio nel nostro Paese prevedono due iniezioni. Una strategia volta ad ottenere, come per altre vaccinazioni, la miglior risposta del sistema immunitario. Non è un caso che osservando sia i dati degli studi che hanno portato all'approvazione dei vaccini sia ciò che sta accadendo "sul campo", l'efficacia nel prevenire lo sviluppo di sintomi cresca nel tempo -per tutti i vaccini- e diventi massima solo con la seconda dose.
L'EFFICACIA CONTRO LA VARIANTE INDIANA
Ma a testimonianza dell'importanza di completare il ciclo vaccinale c'è un ulteriore dato. Negli ultimi mesi una delle varianti su cui si è maggiormente discusso è quella indiana. Premessa: ad oggi tutti i vaccini in commercio si sono dimostrati efficaci -seppure con delle variazioni in termini percentuali- contro tutte le varianti esistenti. L'efficacia però, per quanto riguarda il contrasto alla variante indiana, è tale solo se si effettuano due dosi. A testimoniarlo sono i primi dati che arrivano dall'Inghilterra. Dopo una sola dose, l'efficacia del vaccino Comirnaty (Pfizer-BioNTech) e Vaxzevria (AstraZeneca) si attesta solo al 33%. Se però si effettua la seconda dose, l'efficacia torna a salire a livelli molto elevati, quasi comparabili a quelli ottenuti contro la variante inglese. Un risultato importante che indica ancora una volta quanto sia fondamentale effettuare il richiamo vaccinale.
UNA SOLA DOSE PER GLI EX-MALATI
Ma le novità non finiscono qui perché la vaccinazione, anche per chi ha sviluppato Covid-19, rimane di fondamentale importanza. Pur se le reinfezioni rappresentano un fenomeno raro -ma possibile, anche in virtù della presenza di varianti che fanno comunque sviluppare la malattia anche se spesso in forma blanda- la vaccinazione dopo una positività per Sars-Cov-2 rappresenta il "richiamo" che avviene con la seconda dose. Una prima e unica dose che però risulta essere ancor più efficace che un ciclo vaccinale classico in chi non ha mai avuto la malattia. In uno studio pre-print del RECoVERED Group olandese, una singola dose di vaccino Comirnaty in chi ha avuto precedentemente Covid-19 ha portato ad una massiccia produzione di anticorpi in grado di neutralizzare le principali varianti. Una risposta robusta e addirittura maggiore rispetto a quella ottenibile solo attraverso il classico ciclo di due dosi. Un risultato importante che indica ancora una volta l'utilità della vaccinazione anche negli ex-malati.