Alimentazione

Gli allergeni finiranno sui menù? Non è proprio così

Nessun obbligo per i ristoratori, ma soltanto il dovere di informare il consumatore allergico sui potenziali rischi legati al consumo di alcuni alimenti

La notizia, nei giorni scorsi, è rimbalzata su diversi organi di stampa. «Dal 13 dicembre tutti i ristoranti dovranno indicare gli allergeni presenti nei loro piatti nel menù». Un provvedimento preso a tutela dei quasi cinque milioni di italiani che soffrono di allergie alimentari. Ma l’indicazione, in realtà, non sarà così chiara.

 

 

 

INFORMAZIONE COMPLETA

Il provvedimento è stato spiegato come l’attuazione del regolamento 1169 voluto dall’Unione Europea nel 2011. Ma leggendo l’atto, al comma 24, emerge come «sia importante fornire informazioni sulla presenza di additivi alimentari, coadiuvanti tecnologici e altre sostanze con effetti allergenici o di intolleranza scientificamente dimostrati o prodotti, in modo da consentire ai consumatori, in particolare quelli che soffrono di allergie o intolleranze alimentari, di effettuare scelte consapevoli per la loro sicurezza».

Tradotto in pratica, il regolamento non obbliga i ristoratori a rivedere i menù, cosa che peraltro avrebbe complicato non poco il loro lavoro, ma semplicemente a fornire ai consumatori informazioni adeguate a compiere scelte consapevoli. Come spiega Fabrizio de Stefani, direttore del servizio veterinario d’igiene degli alimenti dell’USLL 4 del Veneto, «i ristoratori devono conoscere la composizione dei loro alimenti ed essere in grado di gestire gli eventuali pericoli che possono rappresentare, tra i quali anche il “pericolo allergeni”. Sono perciò tenuti a fornire ogni informazione utile ai clienti quando fanno richiesta». Le maggiori insidie riguardano quelli allergeni che vengono utilizzati come conservanti: dai solfiti al lattosio, fino al lisozima.

 

 

ALLERGIE ALIMENTARI

Nonostante il tiro più basso, dal 13 dicembre per tutti gli allergici diverrà meno rischioso mangiare lontano da casa. Gli alimenti che provocano una reazione allergica possono appartenere sia al mondo animale sia a quello vegetale. In Italia prevalgono le allergie verso frutta e verdura, ma molto frequenti sono anche quelle per i semi, i crostacei, il latte e le uova. Diffuse sia nell’età pediatrica sia in quella adulta, le allergie alimentari lo sono comunque meno rispetto a quanto si creda. «I sintomi sono simili a quelli di un’ampia fascia di altre malattie  - dichiara Massimo Triggiani, docente di allergologia e immunologia clinica all’università di Salerno -. Fastidi gastrointestinali come gonfiori o mal di pancia sono tipici delle allergie alimentari, ma anche di intolleranze o altre condizioni. I veri allergici rappresentano soltanto il 20% della popolazione».

 

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