PET

PET: cos’è e a cosa serve

La PET (Tomografia a Emissione di Positroni) è un esame di imaging avanzato che permette di studiare l’attività metabolica dei tessuti, fornendo informazioni fondamentali per la diagnosi e il monitoraggio di diverse patologie.

A differenza di altri esami di diagnostica per immagini, come la TC o la risonanza magnetica, che analizzano la struttura degli organi, la PET consente di osservare il funzionamento delle cellule, individuando eventuali alterazioni prima che diventino visibili con altri strumenti.

Questo esame è particolarmente utilizzato in:

  • Oncologia, per individuare tumori, valutarne l’estensione e monitorare la risposta ai trattamenti.
  • Neurologia, per la diagnosi precoce di malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer o il Parkinson.
  • Cardiologia, per studiare il flusso sanguigno e l’attività metabolica del cuore, ad esempio nei pazienti con sospetta ischemia miocardica.

Come funziona la PET?

L’esame si basa sull’utilizzo di radiofarmaci, ovvero molecole marcate con traccianti radioattivi, che vengono somministrate per via endovenosa. Il più utilizzato è il FDG (fluorodesossiglucosio), un derivato del glucosio che si accumula nelle cellule ad alto metabolismo, come quelle tumorali.

Dopo l’iniezione del tracciante, il paziente deve attendere circa 30-60 minuti affinché la sostanza si distribuisca nell’organismo. Successivamente, viene fatto sdraiare su un lettino che scorre all’interno del tomografo PET, un macchinario dotato di rilevatori capaci di captare la radiazione emessa dal tracciante.

Il computer elabora quindi immagini tridimensionali che mostrano l’attività metabolica dei tessuti. Le aree con un’elevata captazione del radiofarmaco possono indicare la presenza di un tumore o di altre patologie metaboliche attive.

L’esame ha una durata complessiva di 1-2 ore, è indolore e non provoca effetti collaterali significativi.

Quando è indicata la PET?

La PET viene prescritta in casi specifici, su indicazione medica, per:

  • Diagnosi e stadiazione dei tumori, per individuare la diffusione della malattia.
  • Valutazione della risposta alle terapie oncologiche, per capire se un trattamento è efficace.
  • Ricerca di recidive tumorali, in pazienti già trattati.
  • Diagnosi precoce di malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer o il Parkinson.
  • Valutazione della vitalità miocardica, nei pazienti con cardiopatia ischemica.

La PET è pericolosa?

La PET è un esame sicuro, ma comporta l’esposizione a una bassa dose di radiazioni ionizzanti. Il radiofarmaco utilizzato ha un’emivita breve e viene eliminato rapidamente dall’organismo, principalmente attraverso le urine.

Per ridurre al minimo la radioattività residua, si consiglia al paziente di:

  • Bere molta acqua dopo l’esame, per facilitare l’eliminazione del tracciante.
  • Evitare il contatto prolungato con donne in gravidanza e bambini per alcune ore dopo la PET.

L’esame è controindicato in gravidanza, mentre nelle donne in allattamento può essere necessario sospendere temporaneamente l’allattamento.

NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico

Ultimo aggiornamento:28.04.2025
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