La gotta: cause, sintomi e terapie | Fondazione Veronesi

La gotta colpisce quasi l’1% della popolazione. Quali sono i sintomi da riconoscere e le terapie utili? I consigli di Fondazione Veronesi

CHE COS’È

La gotta è una malattia infiammatoria acuta, dovuta alla deposizione di cristalli di acido urico, legata all’eccesso di tale sostanza nel sangue, che si manifesta in genere con rapida comparsa di dolore, arrossamento e gonfiore articolare. L’articolazione che risulta più di frequente colpita è la metatarso-falangea dell’alluce, ma l’acido urico può accumularsi anche in altre sedi e tessuti, generando i cosiddetti tofi (aggregati di acido urico nel derma, nella cute o nei tendini). L’attacco è molto doloroso e spesso ha inizio nel corso della notte. La gotta colpisce quasi l’1% della popolazione, è più diffusa nel sesso maschile ed in passato veniva definita la malattia dei Re in quanto spesso esordisce dopo pasti abbondanti, assunzione di carne e alcool. I pazienti in Italia sono quasi cinquecentomila, la maggior parte uomini over 40 e donne in menopausa. È tipicamente una malattia dell’età adulta e non di rado risulta associata ad altre condizioni patologiche come l’obesità, l’ipercolesterolemia e l’ipertrigliceridemia. Il rischio di avere la gotta è aumentato nei parenti dei pazienti gottosi, soprattutto in quelli di sesso maschile.

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

La malattia è causata da un eccessivo accumulo di acido urico nel sangue (iperuricemia). Si tratta di una sostanza normalmente presente nel nostro organismo e derivata dal metabolismo delle purine, coinvolte nella costituzione degli acidi nucleici e di diversi cofattori. Livelli normali di acido urico risultano escreti attraverso le urine, ma quando la produzione o l’apporto con gli alimenti (birra, carne rossa, crostacei e frutta) risulta eccessivo e l’escrezione renale risulta ridotta, l’acido urico si accumula nell’organismo sotto forma di cristalli di urato monosodico. È questa la condizione che predispone alla gotta.

SINTOMI

I sintomi della gotta sono abbastanza riconoscibili. Il dolore alle articolazioni (quasi sempre all’alluce) esordisce acutamente, è molto intenso e gli attacchi durano solitamente per alcuni giorni, per poi sfumare progressivamente. Gonfiore e arrossamento sono altri segni che caratterizzano un attacco acuto di gotta. Quando la malattia evolve verso la forma gottosa cronica con la formazione dei tofi gottosi, questi possono localizzarsi a livello articolare (falangi delle mani, polsi, caviglie, talloni, ginocchia) oltre che dei tessuti (lobi delle orecchie, regioni sottocutanee).

DIAGNOSI

La diagnosi di gotta avviene attraverso alcuni specifici esami di laboratorio, mirati a valutare la concentrazione di acido urico (uricemia) nel sangue e il suo dosaggio nelle urine nell’arco delle ventiquattro ore. Le radiografie sono utili a evidenziare l’eventuale danno osseo, visibile però dopo diverso tempo dall’inizio della malattia. La certezza della diagnosi si ha con l’esame al microscopio del liquido sinoviale, da cui emergono i cristalli di acido urico con la caratteristica forma ad ago.

TERAPIA

Nella fase acuta dell’attacco di gotta, si interviene per alcuni giorni con farmaci antinfiammatori (o steroidi) e colchicina, allo scopo di spegnere rapidamente l’infiammazione.

Una volta risolto l’evento acuto, l’obiettivo della terapia è quello di mantenere normali livelli di uricemia, per prevenire l’insorgenza di nuovi attacchi ed evitare la formazione dei tofi e la cronicizzazione dell’artropatia. Questo si ottiene attraverso un corretto stile alimentare, assumendo almeno due litri di acqua al giorno, evitando le bevande alcoliche, in particolare la birra, limitando gli alimenti ad elevato contenuto di purine (in particolare carni rosse e legumi) , mantenendo un peso corporeo entro i limiti. Se questo non dovesse essere sufficiente, si possono utilizzare farmaci che aiutano a ridurre i livelli di acido urico, come l’allopurinolo e il febuxostat.

Consulenza: SIR - Società Italiana di Reumatologia sotto la supervisione della Prof.ssa Elena Bartoloni Bocci

NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico

Pubblicato il:08.05.2025
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