
Il tumore del collo dell'utero può essere prevenuto efficacemente attraverso un programma di screening regolare. Due esami fondamentali in questo contesto sono il Pap test e l'HPV test, entrambi previsti nello screening offerto dal Sistema Sanitario Nazionale. In questa pagina approfondiremo le caratteristiche di entrambi gli esami, le loro differenze e l'importanza di sottoporsi a questi controlli periodici.
2.382
sono le nuove diagnosi di tumore alla cervice uterina stimate nel 2024 in Italia (1,3% di tutti i tumori incidenti nelle donne)
68%
è la percentuale di sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi
49.800
sono le donne che convivono con una pregressa diagnosi di tumore della cervice uterina in Italia.
Cos'è il Pap test
Il Pap test, o test di Papanicolaou, è un esame citologico utilizzato per rilevare anomalie cellulari nel collo dell'utero (cervice uterina). Durante l'esame, il ginecologo utilizza uno strumento chiamato speculum per divaricare il canale vaginale e prelevare alcune cellule dalla cervice con una spatolina e uno spazzolino conico. Il materiale raccolto viene poi posto su vetrino e analizzato al microscopio per identificare eventuali alterazioni cellulari che potrebbero precedere l'insorgenza di un tumore o indicare una lesione tumorale già presente.
Cos'è l'HPV test
L'HPV test è un esame di screening che mira a individuare la presenza, nelle cellule del collo dell'utero, del Papillomavirus Umano (HPV), causa della quasi totalità dei tumori alla cervice uterina. Il test consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule dalla cervice, utilizzando la stessa procedura impiegata per il Pap test. Le cellule raccolte vengono però analizzate in laboratorio mediante tecniche di biologia molecolare per rilevare l’eventuale presenza del DNA del virus. Questo esame è utile per identificare infezioni da HPV ad alto rischio oncogeno, prima che sia insorto un tumore cervicale.
Differenze tra Pap test e HPV test
Il Pap test rileva alterazioni cellulari già presenti nel collo dell'utero, consentendo la diagnosi precoce di lesioni precancerose o cancerose. L'HPV test, invece, identifica la presenza del DNA del Papillomavirus, permettendo di individuare infezioni potenzialmente pericolose ben prima che causino alterazioni cellulari visibili.
Le linee guida attuali suggeriscono l'uso del Pap test ogni tre anni per le donne tra i 25 e i 30 anni (non vaccinate o vaccinate dopo i 15 anni), mentre per tutte le donne sopra i 30 anni è raccomandato l'HPV test ogni cinque anni.
Benefici dello screening cervicale
Sottoporsi regolarmente a Pap test o HPV test consente di:
- Identificare eventuali infezioni da HPV, consentendo di personalizzare frequenza e tipo di esami di controllo per tenere monitorata la situazione.
- Individuare precocemente qualsiasi anomalia al collo dell’utero, così da poter intervenire tempestivamente con trattamenti adeguati e ridurre l’eventuale rischio di progressione verso forme tumorali invasive.
- Ridurre significativamente l'incidenza di tumori avanzati al collo dell'utero e la mortalità associata.
Raccomandazioni pratiche
Frequenza degli esami: entrambi i test rientrano nello screening per il tumore del collo dell’utero organizzato dal Sistema Sanitario Nazionale, che offre il Pap test per tutte le donne tra i 25 e i 30 anni (non vaccinate per HPV o vaccinate dopo i 15 anni) ogni tre anni, e l’HPV test per le donne tra i 30 e i 64 anni (a prescindere dallo status vaccinale) ogni cinque anni.
Queste sono le indicazioni per una popolazione a rischio medio e in assenza di sintomi: è sempre importante seguire le indicazioni del proprio medico, che sulla base della storia clinica personale e dei risultati degli esami potrà prevedere un calendario diagnostico personalizzato.
Preparazione agli esami: si raccomanda di evitare rapporti sessuali, l'uso di tamponi interni, lavande vaginali o applicazione di creme vaginali nelle 48 ore precedenti l'esame. I due esami non vanno effettuati durante il periodo mestruale, o nei giorni immediatamente precedenti o successivi, e non devono essere presenti perdite ematiche.