Pediatria

La conferma dell'Ordine dei medici: «Test pre-vaccinali ingiustificati»

La presidente della Fnomceo Roberta Chersevani scrive ai 370mila medici italiani per ribadire l'inutilità dei test-prevaccinali: «Valutare eventuali rischi spetta al curante»

Un documento a uso interno, per fare chiarezza (ulteriore) sul tema delle vaccinazioni e ribadire con fermezza la posizione dei medici. «La richiesta di accertamenti diagnostici da eseguire di routine prima della vaccinazione non ha alcuna giustificazione scientifica», sono le parole usate da Roberta Chersevani, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), in una lettera inviata a tutti gli iscritti e pubblicata anche sul sito. La presa di posizione, giunta dopo un confronto con la direzione generale della prevenzione del ministero della Salute, s'è resa necessaria in seguito alla crescente richiesta di valutazioni di questo tipo da parte dei genitori, da cui i pediatri e i medici di medicina generale sono stati bersagliati nelle ultime settimane. Sul tema, nelle scorse settimane, avevamo registrato la posizione di Pier Luigi Lopalco, che insegna igiene e medicina preventiva all'Università di Pisa. Il suo analogo pensiero è riproposto nel video che segue.

ESISTONO TEST PRE-VACCINALI PER VALUTARE POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI?

COSA SI INTENDE PER PREDISPOSIZIONE?

Ai test pre-vaccinali fanno riferimento i genitori per diversi scopi. Primo: constatare se il proprio figlio presenti una situazione patologica tale da rappresentare una controindicazione alla vaccinazione. Valutazioni di questo tipo esistono, ma secondo altre procedure, come spiega Chersevani: «Perché siano individuate situazioni di rischio reali, è sufficiente che il medico curante svolga le proprie valutazioni sulla base della documentazione medica del minore e che i servizi vaccinali effettuino l’anamnesi pre-vaccinale, anche sulla scorta delle informazioni fornite dai genitori, dai tutori o dagli affidatari». Secondo: valutare una ipotetica predisposizione genetica a una reazione avversa alla vaccinazione. Non è al momento possibile («Né l’Organizzazione Mondiale della Sanità né altre istituzioni di rilievo scientifico a livello internazionale raccomandano l’effettuazione di test pre-vaccinali di tale tipo»). Terzo: valutare l'eventuale acquisizione di un'immunità naturale permanente da pregressa malattia, in ragione della quale la vaccinazione risulta superflua. Chersevani ricorda che non tutte le malattie per cui si sono resi obbligatori i vaccini, se contratte, conferiscono immunità permanente. Inoltre una eventuale doppia immunizzazione non è un pericolo. («La vaccinazione di un soggetto che aveva già contratto la malattia naturale non rappresenta un rischio aggiuntivo per la sua salute»).

 

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