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Il vaccino contro Ebola sta funzionando

Con una singola dose a distanza di due anni il vaccino messo a punto contro il virus Ebola garantisce un'adeguata risposta immunitaria

Un'altra buona notizia nella lotta all'Ebola. Il vaccino messo a punto due anni fa funziona continuando a garantire un’adeguata risposta immunitaria dopo una singola dose. A darne notizia è la rivista The Lancet Infectious Diseases. I risultati sono stati ottenuti prendendo in considerazione i 44 partecipanti a un precedente studio di fase 1 richiamati per il follow-up. 

EBOLA: UN'EMERGENZA DURATA TRE ANNI

I numeri sono impetosi: 11.300 persone, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2016, sono morte a causa dell'infezione da virus Ebola. Descritto per la prima volta dopo l'epidemia di febbre emorragica scoppiata in Sudan e Zaire nel 1976, Ebola è una famiglia di 5 differenti tipi di virus capaci di scatenare una serie complessa e rapidissima di sintomi. La letalità, a seconda delle svarianti virali, oscilla tra il 25% al 90%. Purtroppo nell'ultima emergenza, quella del triennio scorso, la percentuale è stata molto elevata. Ecco perché oggi più che mai, anche per evitare quanto accaduto, lo sviluppo di un vaccino è più che mai fondamentale.

DUE I VACCINI IN FASE DI SPERIMENTAZIONE

Uno dei primi vaccini ad essere stati testati è il "Prime-boost", sviluppato da Janssen e testato in collaborazione con l'Università di Oxford.  Il vaccino prevede una strategia di somministrazione in due tempi: una prima dose serve ad attivare la risposta del sistema immunitario, la seconda per rafforzare la risposta immunitaria. I buoni risultati ottenuti hanno portato alla sperimentazione -tutt'ora in corso- su larga scala. L'altro vaccino messo a punto è invece quello realizzato grazie al National Institute of Health statunitense e alla farmaceutica Merck. I risultati pubblicati sono solo l'ultimo passo di un cammino di sperimentazione iniziato due anni fa.

UNA SINGOLA DOSE PROTEGGE A DUE ANNI DALLA VACCINAZIONE

Testato sul campo già nel 2016 in Guinea Concry -uno dei Paesi più colpiti da Ebola- l'immunizzazione è stata effettuata con la strategia di "vaccinazione ad anello". Grazie a questo approccio -che prevede la vaccinazione di chi è venuto in contatto con persone positive al virus- non si è registrato nessun nuovo caso di malattia negli individui trattati immediatamente, 16 invece le nuove diagnosi tra chi (2380 persone) era stato trattato a tre settimane dal primo contatto con la persona infetta. Un risultato che denota l'estrema efficacia del vaccino nel prevenire un possibile contagio dovuto al contatto documentato con una persona infetta. Ora invece il team di ricerca ha preso in considerazione i 44 partecipanti a un precedente studio di fase 1, richiamati per il follow-up. Tutti avevano ricevuto un’elevata dose del vaccino e dopo due anni avevano ancora gli anticorpi. La stessa cosa si è verificata in 33 dei 37 pazienti ai quali era stata somministrata una dose più bassa. Un'ottima notizia in particolare per quei Paesi dove la vaccinazione è difficoltosa dal punto di vista logistico. Il vaccino infatti funziona con una singola dose senza bisogno di richiamo.

 

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