Più ci si trattiene in ufficio, maggiori sono le probabilità che una volta a tavola si tenda ad alzare il gomito. L’ipotesi che chi lavora di più esageri con birra, vino e superalcolici arriva da uno studio pubblicato sul British Medical Journal.
L’ANALISI
Incrociando in una revisione di 81 studi i dati tratti da 333.693 persone campionate da 14 diversi Paesi, il team di oltre venti ricercatori europei ha scoperto che troppe ore trascorse al lavoro - per un minimo di 49 e per un massimo di 55 alla settimana - nel corso di una settimana aumentano dell’11% la probabilità di consumare eccessive quantità di alcol. «Risulta chiaro come questi lavoratori non abbiano altra scelta che rifugiarsi nell’alcol, considerato un analgesico per il fisico e per la mente, in grado di alleviare lo stress associato all’eccessivo tempo dedicato al lavoro», afferma Cassandra Okechukwu, docente di scienze sociali e comportamentali alla scuola di salute pubblica dell’università di Harvard, in un editoriale pubblicato a supporto della ricerca.
I FALSI MITI SULL'ALCOL

LE INDICAZIONI DELL’UNIONE EUROPEA
Al fine di proteggere la salute e la sicurezza dei dipendenti, l’Unione Europea raccomanda di non lavorare più di 48 ore alla settimana: straordinari compresi. Ma molti manager, quasi tutti i professionisti e diversi precari sforano il tetto delle otto ore quotidiane: per oggettivi impegni, perché vivono condizioni professionali poco conciliabili con la vita privata, per ambizioni di carriera e necessità di controllare l’operato dei dipendenti. Diviene così tutt’altro che improbabile confrontarsi con il quadro tracciato nell’analisi. «Ma è necessario differenziare il bilancio quotidiano e quello settimanale - chiosa Okechukwu -. I turnisti, per esempio, rischiano di sforare i limiti in un giorno, ma non ogni settimana».
CONSEGUENZE PER LA SALUTE
Consumi di alcol oltre la “soglia” sono considerati i seguenti: più di 14 bicchieri a settimana per le donne, oltre 21 per gli uomini. A questi valori, ma anche ad altri inferiori, gli effetti negativi per la salute sono conclamati: si va da un aumentato rischio di sviluppare malattie del fegato a una più alta probabilità - sopratutto per le donne - di andare incontro a diversi tipi di tumore: dalla cavità orale all’esofago, dal colon-retto al pancreas, dal fegato al seno. Senza escludere le malattie cardiovascolari, alcuni disturbi psichici e comportamentali e il più alto rischio di incorrere in incidenti stradali. Ok fronteggiare la crisi, ma guai a esagerare con il lavoro: ce lo chiede in silenzio il nostro corpo.
